TESTO CRITICO SALVATORE RUSSO
Ad essere indagata nelle opere di Cinzia Pellin è la Donna.
I suoi soggetti femminili dal volto angelico appaiono in ogni sua rappresentazione allo stesso tempo “femme fatale” e portatrici di dubbi e misteri amletici.
Un universo quello femminile che è difficilmente interpretabile.
Le Sue Donne così sicure e provocanti sono portatrici di grandi segreti.
La Pellin attraverso le sue opere-verità riporta la Donna allo status che ha sempre occupato nelle epoche antiche.
LaDonna diventa oggetto di desiderio e di culto.
Una Donna che attraverso un’analisi introspettiva si fa portavoce di sentimenti “altri” rispetto a quelli immediatamente percepibili.
Un riportare su una tela che pian piano attraverso le pennellate dell’Artista si fa mondo, il suo status di Essere.
Realtà manifeste che trovano nella rappresentazione estetica la loro forma essenziale.
Volti che hanno nella “scena” il loro modus proprio e sentimenti che invece hanno nel “retroscena” la loro significazione più autentica.
Alla Pellin va riconosciuta una grande capacità di sintesi.
Attraverso un segno che si fa essenziale, senza mai risultare banale, Cinzia Pellin riesce a rappresentare una condizione umana che trova nei sentimenti dell’Anima la sua vera essenza.
Un’Anima che dopo aver vagato per molto tempo nei labirinti della psiche, ritorna alla luce e attraverso il suo “farsi corpo” si prende gioco di un Uomo a cui importa solo l’Essere in quanto “apparenza”.
Una Donna dunque quella della Pellin che ama provocare attraverso uno sguardo che nasconde dietro sé sentimenti che vanno oltre il “già noto”.